lunedì, agosto 08, 2005,7:58 AM
La memoria storica.

Uno degli aspetti che mi colpisce della politica è l'uso che certi politici fanno degli avvenimenti accaduti e dei commenti ad esso seguiti.
Mi spiego meglio:
L'Italia è in recessione economica, le cose vanno male, gli italiani son più poveri eccetera eccetera. Questo accade grazie ad una politica economica totalmente sballata, che ha favorito smodatamente gli interessi di pochi imprenditori e lasciando il resto della popolazione dipendente a terra. esattamente come è successo in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove per far riprendere l'economia hanno lasciato più libertà alle grandi aziende, in modo che questa, riprendendosi, portasse ricchezza anche agli altri. Le aziende si sono riprese, ma la ricchezza se la sono tenuta, aumentando il divario tra ricchi e poveri e facendo fallire intere piccole aziende, costrette a chiudere o a vendere a grossi imprenditori (e ciò vuol dire più ricchezza in mano a pochi). Tutto ciò ovviamente ha un senso in una nazione in cui i membri del governo hanno partecipazioni attive, sono proprietari o direttamente collegati alle maggiori multinazionali. Perchè il punto sballato dell'economia è che troppo pochi decidono per troppi.
 
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3 Comments:


  • At martedì, agosto 09, 2005 11:43:00 PM, Anonymous Anonimo

    In realtà tutti decidiamo per il sistema economico, è che è come il gioco del prigioniero di Von Neumann. Cioè, metti che due complici vengono arrestati: se entrambi non confessano, gli danno 3 mesi di carcere; se entrambi parlano, gli danno 6 mesi di carcere; se uno solo dei due parla e l'altro nega, chi ha parlato è libero e chi ha negato si fa 12 mesi di carcere. Ora, se ai due prigionieri non è data possiblità di mettersi d'accordo prima, la cosa più probabile è che entrambi parlino, per non rischiare l'anno di carcere e magari uscire liberi.
    Questo varrebbe anche per le imprese economiche in concorrenza perfetta: in teoria, non possono mettersi d'accordo sui prezzi, e quindi "penano" un po' di più a vantaggio del consumatore. Nei fatti, questo non avviene e si creano oligopoli collusivi.
    Gli utenti, dal canto loro invece, non si riescono ad alleare con altrettanta agevolezza rispetto alle imprese: tuttavia esistono gruppi d'acquisto solidali, che fanno risparmiare subito qualche soldino a chi magari non vuole fare spese quotidiane con la merda del discount e non spendere un patrimonio. Questo crea un'economia orientata verso la riduzione dei passaggi da produttore a consumatore (un tempo era, ad esempio per il cibo, contadino-consumatore, ora è contadino-grossista-confezionatore/trasformatore-distributore-dettagliante-consumatore... con prezzi che lievitano, mentre con un gruppo d'acquisto diventa contadino-gruppo-consumatore, dove il gruppo ordina grosse quantità facendosi fare lo sconto, magari facendo a turno per chi va a prendere la roba tra i membri). Ma i veri benefici in questo caso si vedono solo a distanza di anni e se applicati da molte persone, visto che la maggior parte delle economie per beni di base sono economie di scala (cioè, l'aumento della redditività è più che proporzionale all'aumento del lavoro... per fare un esempio: lavoro +1 = produzione +1,5). Il fatto che i gruppi d'acquisto si stiano diffondendo sempre di più mi fa piacere, anche se c'è tanto lavoro da fare.

     
  • At mercoledì, agosto 10, 2005 2:42:00 PM, Blogger Quell'Uomo

    In realtà non è vero che tutti decidiamo per il cambiamento del sistema economico. Il problema maggiore si crea nel momento in cui una o più azienda crea cartelli o collusioni con chi di dovere (tra di loro o con le autorità). Ad esempio: l'unico traghetto che fa la rotta Cagliari-Civitavecchia è della Tirrenia, che ha di fatto il monopolio, con tutte le conseguenze che ne derivano (scarsa qualità di servizio, condizioni igeniche basse, prezzi alti). La Tirrenia non ha il monopolio assoluto, nel senso che se io volessi creare una mia compagnia posso -in teoria- farlo. In pratica no. Perchè?
    Perchè anche non essendoci nessuna limitazione alla creazione di una mia compagnia, accade che se io richedessi i permessi per l'attracco e tutte le altre cose, mi metterbbero in una posizione sfavorevole (ad esempio dandomi un attracco molto lontano dal centro, come è già successo), o non concedendomi per niente i permessi. Quindi il problema che sollevi tu per i gruppi di consumatori è in realtà una cosa di difficile attuazione per l'intera economia, anche se, come sai dopotutto, appoggio pienamente i gruppi d'acquisto.
    Il problema è che o si cambiano totalmente i criteri di accesso ai piani alti dell'economia o il sistema regge a stento.
    Su questo argomento ti consiglio di scaricarti (se hai ancora l'adsl) l'audioblog nr.3 di Jacopo Fo dal suo sito!
    A presto!

     
  • At sabato, agosto 13, 2005 9:17:00 AM, Anonymous Anonimo

    In effetti, per quanto riguarda servizi che possono essere erogati più agevolmente da un solo gestore (vedi elettricità, acqua, trasporti navali appunto...) c'è poco da fare. IMHO è il sistema degli appalti e privatizzazioni che è una cappellata pazzesca: di recente si è visto con gli autobus qui a Perugia; da quando il servizio è stato privatizzato i prezzi sono inizialmente scesi, poi saliti. In linea di massima, sarei per tenere questi servizi in mano allo Stato, ma il problema a quel punto sarebbe che lo Stato come funziona adesso (e con chi c'è a capo adesso) non mi sembra in grado di garantire grandi servizi...
    In effetti non so che dire. Cioè: in un paesino, servizi pubblici (per esempio il forno al centro del paese dove portare a cuocere il pane impastato in casa, o il mulino, etc.) erano pubblici, ci si conosceva tutti e si sapeva che questi servizi erano essenziali per continuare una vita tranquilla nel paese. Il fornaio/mugnaio/etc. si prendeva quanto gli bastava per campare e nutrire la famiglia, senza pensare ad una logica del profitto crescente. Se non faceva bene il suo lavoro, si prendeva le lamentele prima e l'ostracismo poi di tutta la popolazione, il che era una leva sufficente per motivarlo a lavorare bene. Ora come ora, gli impiegati pubblici non sono controllati, per lo più fanno il possibile per ottenere lo stipendio col minimo sforzo. C'è mobbing, c'è alienazione perchè non si vede il risultato del proprio lavoro (giuro che questo concetto marxista dell'alienazione mi era sempre sembrato una cazzata prima di provare il lavoro che faccio adesso, dove vedo e mangio quel che produco, il che dà in effetti soddisfazione, penso molta di più che trattare documenti in un ufficio) ma si vede solo una minuscola parte di un processo talmente grande da non essere colto nella sua interezza (come l'uomo blasè di Simmel, che a differenza dell'uomo antico che bene o male sapeva come veniva macinato il suo grano o come veniva cotto il suo pane, ora non sa un cazzo di come funziona il suo cellulare o il bancomat da cui piglia i soldi). Insomma... non ho idea di come gestire in maniera efficace un servizio come quello del tuo esempio. In altri paesi, come Germania o Belgio, c'è un forte senso civico: la proprietà privata è di tutti. In Austria allo zio di un mio amico, uscendo dal parcheggio dei ragazzi gli hanno rotto il vetro di un fanalino. Questi si sono anche scusati e gli volevano ripagare il danno, ma lui li ha lasciati andare, ha detto "non fa niente, sono dei ragazzi". Poi è uscito dal parcheggio anche lui. E' stato inseguito da una macchina di austriaci che gli hanno rimproverato che doveva raccogliere i vetri del suo fanale rotto!
    Questo perchè appunto, in questi Paesi la proprietà pubblica è di tutti. In Italia invece non è di nessuno.