mercoledì, dicembre 14, 2005,7:52 AM
L'assassinio di Stanley "Tookie" Williams.


Mi chiedo quali siano i fondamenti della pena di morte. Secondo i sostenitori di tale pratica infatti la pena capitale è un deterrente per chi sta fuori e potrebbe commettere reati simili.
E fin qui posso capire la loro posizione.
Inoltre il carcere dovrebbe servire cine rieducazione per il carcerato. Il condannato in pratica si dovrebbe redimere grazie al contrappasso della vita infernale delle prigioni. Il fatto poi che si pensi che qualcuno possa redimersi vivendo in mezzo ad altri criminali è un po' come pensare che uno possa dimagrire vivendo in una pasticceria. Ma non è comunque di questo che voglio parlare, dato che ogni tanto accade che qualcuno si redima e cambi DAVVERO vita stando in carcere. Questo è quello che è successo a Stanley Williams, che durante i suoi 24 anni di permanenza in carcere ha tolto dalle strade centinaia di ragazzi sbandati, ha scritto libri per bambini, ed è stato più volte candidato al premio Nobel per la Pace.
Eppure è stato assassinato ugualmente. Uso il termine "assassinato" perchè mi suona impossibile dire "giustiziato", e paragonare la Giustizia (con la G maiuscola) all'omicidio vendicativo che hanno compiuto i burocrati californiani. Se l'intento era redimere una persona, c'erano riusciti. Allora perchè ucciderlo ugualmente?
La Giustizia ha colpito. E se Tookie Williams avesse davvero ucciso quelle quattro persone, allora la sua morte sarebbe il risultato del sistema giudiziario vendicativo che non vuole permettere ad una persona di cambiare. Ma se il capo dei Crips non avesse davvero mai ammazzato nessuno, allora la sua morte dovrebbe davvero essere atichettata come omicidio.
 
Postato da Quell'Uomo ¤ Permalink ¤


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