La castrazione e altri metodi per prevenire Calderoli.
Durante l'ultimo convegno della Lega Nord è apparso un cartello che diceva: "Stuprate Pecoraro", in riferimento a Pecoraro Scanio, del gruppo parlamentare dei Verdi. L'attacco di pessimo gusto è stato, come dire, "ridimensionato" dai leghisti, anche se in realtà nessuno ha presentato scuse per quello che i loro iscritti hanno fatto, legittimando di fatto il gesto. Oltre ad un'arroganza incredibile e ad un forte incitamento al razzismo, alla xenofobia e all'omofobia, la Lega senza che nessuno la fermi continua il proprio cammino contro tutto e tutti. Secondo alcuni esponenti di tale schieramento "per colpa di qualcuno si stanno rovesciando le regole sociali" in riferimento ad omosessuali ed immigrati. Sempre Calderoli ha dichiarato che «Il buon Dio creò l'uomo e la donna, e con quell'atto mise la famiglia al centro del Creato; quello che è accaduto in Spagna, con l'approvazione della legge che autorizza i matrimoni tra coppie gay, è l'ultimo atto contro Dio e contro la natura. [...] è quello che accade quando il popolo vota la sinistra e la mette al governo. [...] Il mondo inizia ad andare contro natura; personalmente continuo a stare dalla parte della natura e del buon Dio e continuerò per sempre a preferire la spagnola allo spagnolo».
(fonte http://vergogna.splinder.com/ )
Qualcuno spieghi a questo ubriacone che sono loro a rovinare lo Stato, non gli omosessuali, o gli immigrati.
Qual'è la prova che si stanno rovesciando le regole di giudizio sociale?
Il fatto che delinquenti (tra cui una personalità di spicco nella maggioranza di cui non farò il nome, ma che fa rima con Tresidente del Tonsiglio) vengano trattati come eroi statisti.
Questa l'intervento (sul quotidiano Libero - un nome, una garanzia- ) di Stefania Craxi, figlia di Bettino Craxi, indagato e condannato per tangenti, fuggito dall'Italia poche prima dell'emissione del mandato di arresto e morto in Tunisia ancora latitante, riguardo la riabilitazione del padre, per il quale chiede una targa o una via in suo "onore".
Che cosa le piacerebbe veder scritto sulla targa che ricorda suo padre?
«Custodisco da tempo negli uffici della Fondazione Bettino Craxi una targa già incisa. E’ in marmo rosso con la scritta in oro e recita: “Dal 1964 al 1994 qui Bettino Craxi ha lavorato per il suo Paese, per la sua città”. E’ il testo di cui ho parlato da sempre, sin da quando avevo presentato la richiesta ad Albertini, in occasione del secondo anniversario della scomparsa di mio padre, morto in esilio il 19 gennaio 2000».
Non era in esilio, era latitante, che è ben diverso. Poteva tornare quando voleva, ma c'erano le manette ad aspettarlo all'aeroporto.
Non è esattamente un martire...