Pioggia.
La notte è arrivata sulla strada statale insieme al suo bagaglio di nuvole. Sprazzi di sereno, ma non piove. Arrivato in città la visione cambia: dal confine cittadino in poi la pioggia e il buio hanno avvolto l'anima dannata di tutti i suoi abitanti. Prima del cartello, sereno. Dopo, bagnato. Ma non piove. La strada continua a correre sotto le ruote, e la pioggia inizia a cadere sulla strada, sui tetti, sugli alberi, ma non sulla macchina. L'auto diventa un centro idrorepellente che fa in modo che la carrozzeria resti sempre asciutta. Dopo aver parcheggiato, la pioggia continua a scendere, ma non mi bagna. Piove ovunque, ma non sopra di me. Improvvisamente, come un petardo semantico, una goccia mi colpisce, anche se il mio corpo non se accorge. Domani però mi resteranno i lividi.
Ho un libretto nero con dentro le mie poesie, ma esse non mi vogliono, e lottano per non stare là dentro. E' arrivato l'inverno dell'anima, e tutti scappano per trovare i Caraibi dell'ipotalamo.
Una serie di algoritmi regolano la pioggia, che cade casualmente ovunque, tranne su due clienti di una pizzeria giù in piazza, che sembra non traggano giovamento dall'acqua. Inconsciamente hanno perso la loro battaglia contro la pulizia, e nel conteggio dei caduti il loro deodorante è la prima delle vittime.
Nella piscina l'acqua vomita acqua su dell'altra acqua, in un coito continuo che provoca un orgasmo al cloro.
And you don't seem to understand, mentre un lampo attraversa il cielo squarciandolo. Una bellezza terrificante, da ammirare prima del tuono che lo segue, mentre il bersaglio colpito dalla scarica elettrica muore senza neppure accorgersene. O magari resterà vivo e la sua punizione sarà dover cambiare l'impianto elettrico della macchina - e dire che l'avevo cambiato da poco, avrà pensato.
Lo sto rileggendo, e devo dire che più lo rileggo e più l'apprezzo. Mi piace come hai creato e descritto questa situazione "piovosa", un misto di immagini concrete e surreali.